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		Dal 1931 finalmente 
		il sogno dei tre fratelli d'arte di recitare assieme in una compagnia 
		tutta loro diventa realtà. Eduardo fonda, raccogliendo l'adesione dei 
		fratelli, la compagnia del Teatro Umoristico "I De Filippo", che debutta 
		con successo a Roma. Dopo alcune recite a Milano, 
		la compagnia è a Napoli al Teatro 
		Kursaal (poi Filangieri) dove rappresentano O chiavino di 
		Carlo Mauro, Sik-Sik e per la prima volta la commedia scritta da 
		Peppino Don 
		Rafele 'o trumbone. Vanno quindi in scena l'adattamento L'ultimo 
		Bottone (di Munos Seca e Garcia Alvarez) e una nuova commedia 
		scritta da Eduardo dal titolo Quei 
		figuri di trent'anni fa (titolo originario mutato per la 
		censura, La bisca). Gli ultimi giorni dell'estate i De Filippo 
		sono a Montecatini dove 
		presentano alcuni sketch assieme alla soubrette emergente Ellen Meis, 
		senza riscuotere particolare successo, prima di tornare a recitare per 
		l'ultima volta con la Molinari. Il 1931 è anche l'anno in cui Eduardo 
		presenta, sotto lo pseudonimo di Tricot, Ogni 
		anno punto e da capo, in occasione di una serata della festa di Piedigrotta dedicata 
		alla canzone al Teatro Reale, la cui prima rappresentazione avviene al 
		Teatro Nuovo, all'interno dello spettacolo di rivista Cento di questi 
		giorni, in occasione di una serata in onore del fratello Peppino. La 
		scatenata verve comica dei tre fratelli risaliva alle forme farsesche dell'antica commedia 
		dell'arte, che Eduardo conosceva bene avendola studiata e non 
		condividendone la visione che gli studiosi avevano di essa: si dimostrò, 
		infatti, critico verso l'agiografia degli 
		attori che ne veniva fatta. 
		La commedia forse più nota di Eduardo, Natale 
		in casa Cupiello, portata in scena per la prima volta al Teatro 
		Kursaal di Napoli, il 25 dicembre 1931, segna di fatto l'avvio vero e 
		proprio della felice esperienza della Compagnia del "Teatro Umoristico I 
		De Filippo", composta dai tre fratelli e da attori già famosi o giovani 
		alle prime armi che lo diventeranno (Agostino 
		Salvietti, Pietro 
		Carloni, Tina 
		Pica, Dolores 
		Palumbo, Luigi 
		De Martino, Alfredo 
		Crispo, Gennaro 
		Pisano). A giugno Eduardo aveva firmato un contratto con 
		l'impresario teatrale che lo impegnava per soli nove giorni di recite 
		per presentare il suo nuovo atto unico subito dopo la proiezione di un 
		film. Il successo della commedia fu tale che la durata del contratto fu 
		prolungata sino al 21 maggio 1932. 
		Nata come atto unico (l'odierno 2°), Eduardo 
		aggiunse alla commedia altri due atti, quello di apertura (nel 1932 o 1933) 
		e quello conclusivo, dalla cronologia piuttosto controversa (per alcuni 
		fu scritto nel 1934[15], 
		secondo altri addirittura nel 1943, 
		secondo un'ipotesi più probabile ed avallata più tardi anche dallo 
		stesso autore[16] che 
		però definirà anche più tardi la commedia come «parto trigemino con una 
		gravidanza durata quattro anni»). Nel Natale eduardiano tutto 
		ruota attorno ad un pranzo natalizio che viene scosso da un dramma della 
		gelosia. Sullo sfondo, il ritratto tragicomico del protagonista, Luca 
		Cupiello, figura ingenua di un vecchio con comportamenti fanciulleschi 
		ed immerso nelle sue fantasie e nel suo amore per il presepe, cui si 
		dedica con passione, apparentemente incurante delle tragiche vicende 
		familiari che gli ruotano attorno. Aspetti autobiografici sono 
		rilevabili nella commedia, sebbene mai confermati dall'autore: i nomi 
		dei protagonisti, Luca e Concetta, sono i medesimi infatti dei nonni di 
		Eduardo. | 
      
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				La musica Italiana è stata 
				tradizionalmente uno degli indicatori culturali dell'identità 
				nazionale ed etnica italiana e occupa una posizione importante 
				nella società e nella politica. L'innovazione musicale italiana, 
				nella scala 
				musicale, nell'armonia, 
				nella notazione e 
				nel teatro 
				musicale, ha permesso lo sviluppo dell'opera, 
				nel tardo XVI 
				secolo, e gran parte della musica 
				classica europea moderna, come la sinfonia, 
				il concerto e 
				la sonata, 
				spaziando tra un ampio spettro di opere e musica strumentale 
				classica e di musica popolare tratta sia da fonti locali che 
				importate. 
				La musica 
				popolare italiana è una parte importante del patrimonio 
				musicale del paese e comprende una vasta gamma di stili 
				regionali, strumenti e danze. La musica classica strumentale e 
				vocale è una parte iconica dell'identità italiana, che spazia 
				dalla musica colta sperimentale e dalle fusioni internazionali 
				alla musica sinfonica e all'opera. L'opera è parte integrante 
				della cultura musicale italiana ed è diventata un importante 
				segmento della musica popolare. Anche la canzone 
				napoletana e la tradizione dei cantautori sono 
				popolari stili nazionali che costituiscono una parte importante 
				dell'industria 
				musicale italiana, accanto a generi importati come il jazz, 
				il rock e 
				l'hip 
				hop degli Stati 
				Uniti. |  |