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ID 3
IMMAGINE
TITOLO Ferrari Testarossa 512
CORPO DEL MESSAGGIO Al Salone dell'automobile di Parigi del 1984 la Ferrari presentò l'erede della 512 BB, (Anni'80) di cui conservava la meccanica. La vettura, con la sua linea, opera di Pininfarina[2], caratterizzata dalla coda notevolmente allargata (dominata dalla grossa fanaleria di foggia rettangolare dissimulata dalla presenza di una fitta serie di barre orizzontali dipinte di nero) e dalle grandi griglie laterali, suscitò subito ampi consensi (e qualche critica: qualcuno la considerò persino eccessiva, più vicina all'ostentazione Lamborghini che all'eleganza Ferrari). Anche gli interni, lussuosamente rifiniti, erano opulenti. In origine la Ferrari Testarossa disponeva di un solo specchietto retrovisore, molto sporgente, e curiosamente situato sulla mezzeria del montante sinistro del parabrezza, allo scopo di migliorare la scarsissima visibilità posteriore, che era ostacolata dalla presenza della larga e massiccia coda; tale collocazione non era, in effetti, particolarmente elegante, per cui, a partire dall'anno 1986 si passò ad una soluzione più tradizionale, consistente nell'adozione di due specchietti, situati alla base dei montanti, e non in prossimità della loro mezzeria. La meccanica era mutuata dal modello precedente, ma venne affinata: il 12 cilindri a V di 180° di 4 942 cm³ beneficiò di una nuova testata a 4 valvole per cilindro ed erogava ora una potenza di 390 CV. Il retrotreno venne dotato di doppi ammortizzatori[3].
NOTE PIE PAGINA

 

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